#TISALUTO……e mi trasformo in pantera

#TISALUTO FEMMINILE #TI SALUTO MASCHILE

In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni. Spesso le donne subiscono commenti misogini: dalle considerazioni sull’aspetto fisico per intimidirle e ridurle alla condizione di oggetto, al rifiuto violento di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.

In Italia l’insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituati da tempo. Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto. Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa. L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo. L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensa se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero, abbandonando situazioni, programmi tv o semplici conversazioni. Pensa se uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).

Pensa se in Rete si abbandonasse il dialogo, usando una semplice espressione: #tisaluto. Sarebbe un modo pubblico per dire: io non ci sto. O rispetti le donne o io, a queste regole del gioco, non ci sto. Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno: andiamocene. E diciamo #tisaluto.

Questo articolo nasce da un’idea di Giorgia Vezzoli ed è stato pubblicato in contemporanea da Loredana Lipperini, Marina Terragni, Giorgia Vezzoli, Lorella Zanardo, Slavina. Se ti va, condividilo anche tu.